La professionalità perduta di certi blog e, peggio, di certi quotidiani

Scrivevo ad inizio settimana – in “Uscire dal rumore quotidiano” – della poca professionalità di un buon pezzo della blogosfera nostrana. Torno ora sull’argomento a causa della foto che nelle ultime ore circola in rete, una foto piuttosto scioccante che mostra uno Steve Jobs particolarmente malato.

Mentre molti blog americani, persino il pessimo e sempre pronto al gossip Gizmodo, si rifiutano di diffonderla, da noi a pubblicarla è stato non solo Mela|Blog – complimenti, eh! – ed altri siti/blog di poco conto, ma anche entità più importanti e serie che dovrebbero in teoria seguire delle regole etiche, giornalistiche, in quello che fanno. Di fatto, sto parlando di Repubblica che la segnala persino nella propria home.

Anche se la foto fosse vera non andrebbe comunque pubblicata. Perché non è una notizia – lo sappiamo già tutti, che Steve Jobs ha problemi di salute. La foto in questione non ci dice nulla in più, non aggiunge nulla alla nostra conoscenza. Quello che rappresenta è un interesse non giustificato ad entrare nella sfera personale della vita di una persona, e a farlo in un momento difficile.

Il punto però, purtroppo per loro, è che la foto non sembra essere neppure vera, ma frutto di uno scarso lavoro a Photoshop. La verifica dei fatti dovrebbe essere uno dei pilastri fondamentali del giornalismo. Quando si smette di farla, si smette di fare giornalismo.

Il tabloid Repubblica ha smesso da un bel pezzo.

Edit: Da adesso anche l’Ansa. Poi La7. Poi il Corriere, che le commenta senza pubblicarle (già qualcosa, anche se poco). Nessuno avanza l’ipotesi che possano essere false. Poi probabilmente ce ne sono e ce ne saranno altre, di fonti d’informazione che daranno spazio alla non notizia (basta andare su Google News per rendersi conto della situazione).

Altro su Repubblica: Invece che chiedere scusa, rimuovere la foto e passare ad altro quelli di Repubblica decidono di montare la notizia il più possibile. Adesso parlano di “Giallo sugli scatti” e ci fanno sopra un intero articolo con una conclusione che è tipicamente loro.