La SIAE vuole che i siti che diffondono trailer paghino 1.800 euro all’anno perché i trailer, in media, hanno una durata superiore ai 45 secondi. Per tale ragione verrebbero esclusi dalla categoria “streaming a richiesta gratuito di frammenti di opere inferiori a 45′” e rientrerebbero, invece, in “streaming a richiesta gratuito e downloading gratuito di opere intere”.

Una cosa assurda, come giustamente dice Il Post:

Classificazione che aggiunge assurdità all’assurdità, visto che i trailer sono video realizzati e diffusi gratuitamente su Internet – si pensi a Youtube, per esempio – dalle stesse case di produzione per pubblicizzare il film, e che la loro diffusione capillare è importante per i profitti degli stessi clienti della SIAE. In sostanza si chiede ai siti di pagare per la pubblicità che ospitano, peraltro gratuitamente (il passo successivo, non da escludere, è che i siti paghino la SIAE per la musica degli spot pubblicitari che contengono).