Un redesign che la migliora notevolmente. Mi chiedo perché non ci abbia già pensato Ryanair: eliminerebbe molti dubbi e intoppi.

UPDATE: Mi fanno notare che questa è, effettivamente, la carta d’imbarco di Ryanair. Usando l’iPhone da più di un anno per biglietti e check-in non ero a conoscenza del cambiamento.

Su The Verge, il concept di un homescreen in cui l’utente può allargare ciascuna icona trasformandola in un widget. Il widget sarebbe pur sempre un’icona — rimanderebbe all’applicazione — ma visualizzerebbe al contempo delle informazioni, e permetterebbe delle interazioni di base.

Pensate ai Glance dell’Apple Watch, ma sull’homescreen. La proposta a me piace molto, sicuramente renderebbe l’homescreen più utile — mentre al momento, per chi ha tante (troppe?) app, si riduce a un’accozzaglia di icone difficili da ordinare e da trovare.

E-ink Keyboard

Yanko Design ha immaginato una tastiera che sfruttando l’e-ink si adatta al programma e alla lingua che si sta utilizzando: sarebbe meravigliosa.

L’ipotetico smartwatch di Apple

Il successo del Pebble ha mostrato che c’è un mercato per un orologio che sia in grado di comunicare con l’iPhone. Un anno fa Bilton aveva scritto sul NY Times che Apple (come altre aziende) stava lavorando a un dispositivo di questo genere; quanto sia vero non lo so, ma credo che sia un buon compromesso fra un oggetto troppo invadente (almeno dal mio punto di vista) come i Google Glass e qualcosa che ci eviti di continuare a estrarre l’iPhone dalla tasca, permettendoci con meno distrazione di visualizzare notifiche, consultare il meteo, vedere chi ci sta chiamando, chi ci ha appena scritto l’email o qual’è il prossimo elemento nella To Do List. Un oggetto che non sostituisca l’iPhone — nessuno si metterà a scrivere un email dall’orologio — ma lo rimpiazzi in tutte quelle occasioni in cui l’iPhone ci serve solo per pochi secondi: per controllare se qualcuno ci ha scritto, a cosa sia dovuta l’ultima notifica.

Lennart Ziburski ha pubblicato il concept di uno smartwatch, come se lo immagina lui. Il risultato è meraviglioso, così come le idee dietro: Siri per l’input dei dati, il minimalismo delle “applicazioni” e il sistema di navigazione. Ziburski ne motiva l’esistenza così, in maniera simile a quanto scritto sopra:

A smartwatch can be so much more than a small iPhone on your wrist. It can filter the information overflow of today’s services, while getting you the information you need more conveniently. […] More often than not, we pull our smartphone out just to put it back into it’s pocket a few seconds later – we are just using it to check on notifications, fire a quick message or see if it’s going to rain soon. Whenever we do this, we disrupt what we are currently doing, or even disrupt the conversation we are having with our friends.

Guardandolo, e scuotendo la testa pensando che ne passerà di tempo prima che Apple faccia qualcosa di simile, mi sono tornati in mente i concept dell’iPhone prima che l’iPhone esistesse, quando l’iPhone era ancora una fantasia per geek. Erano un po’ come questo: rappresentavano qualcosa che difficilmente ci saremmo aspettati di vedere in vendita. Poi, nel 2007, l’iPhone ha superato tutti quei concept — quei concept, che parevano incredibili, che parevano irrealizzabili.