Un articolo di Repubblica di un paio di giorni fa, firmato dal digital champion Riccardo Luna titolava che nel 2015 l’Italia corre, su Internet!!!1 Ovvero che il numero di persone connesse è aumentato più che negli altri paesi europei:

Siamo quelli che hanno registrato l’aumento maggiore: 4 punti percentuali, da 64 a 68% (e i non utenti sono passati dal 32 al 28%). La Germania, la Francia e il Regno Unito sono aumentati di un punto appena, la mitica Estonia (Paese simbolo del digitale) cresce di tre: ma va detto che questi Paesi partono da molto più in alto di noi…

Guardando i dati Eurostat (gli stessi su cui Luna ha basato l’articolo), il panorama è meno euforico: accedono regolarmente a internet il 63% degli italiani, contro — come nota Mantellini — l’84% dei tedeschi, 81% dei francesi o il 75% degli spagnoli. Siamo aumentati più degli altri, ma solo perché — com’è ovvio — la crescita è più facile quando la penetrazione è così bassa. Per avere una penetrazione inferiore bisogna guardare a Bulgaria e Grecia.

Oltretutto, la “corsa” si riduce a un placido camminare guardando alle aziende (dati ISTAT), come riporta Il Post:

L’ISTAT usa un indice di digitalizzazione basato su 12 attività svolte online, come avere un sito web o l’utilizzare i social network per promuovere i propri prodotti: secondo l’ISTAT questo indice è basso o molto basso per 9 imprese su 10.

Insomma, come negli anni passati (e futuri: non è una tendenza che si invertirà all’improvviso, per magia), nulla di cui gongolare.