Mantellini, per una politica delle reti che porti innanzitutto tutti a riconoscere l’importanza delle reti (una cosa scontata altrove):
La politica delle reti non si fa nei convegni. Non si fa raccontando sui giornali i casi di eccellenza. Non si fa aggiungendo aggettivi agli articoli della Costituzione. Non si fa ripetendoci fra noi quanto il digitale sia sexy. Non si fa con le startup. Non si fa con le stampanti 3D. Non si fa su Twitter. La politica delle reti non è mobile first, al contrario andrebbe ancorata da qualche parte. Possibilmente dentro le nostre teste.
La politica delle reti inizia riconoscendo un abisso. Che è quello dell’arretratezza digitale complessiva di questo Paese rispetto alle altre Nazioni europee. Un abisso che andrebbe meglio studiato e che negli ultimi anni è perfino peggiorato. Peggio di noi in Europa oggi solo la Grecia e la Bulgaria. […]
Oggi 5 italiani su 10 dicono che a loro Internet non interessa. Che non gli serve, che non sanno che farsene. In questa affermazione risiede il ritardo principale dell’Italia.
Il divario digitale italiano è, soprattutto, un divario culturale.