Se come me al primo tentativo li sbagliate sempre, il nuovo CAPTCHA di Google, che Google chiama noCAPTCHA, vi piacerà molto: il più delle volte il test viene passato in automatico, mentre nei casi in cui è richiesta una verifica il massimo che dovete fare è individuare, fra un elenco di immagini, una che somigli a quella che vi è appena stata mostrata.
Tuttavia, i CAPTCHA sono strumenti molto utili per trascrivere manoscritti e testi che il computer non è in grado di riconoscere automaticamente. L’utente, ignaro, mentre si registra a un sito, o lascia un commento, aiuta anche a trascrivere un manoscritto. In questo caso i noCAPTCHA, quelle volte in cui richiedono una verifica, aiutano Google a migliorare il proprio motore di ricerca per immagini (già da tempo Google li sfrutta anche per le proprie mappe, chiedendo allo sfortunato utente di trascrivere i nomi delle vie, e cartelli stradali vari). Sono forse il mio esempio preferito di crowdsourcing, collaterale.