Cosa ti succede quando non riesci a staccarti da Facebook
Un antropologo del MIT, Natasha Schüll, ha definito “the Machine Zone” lo stato in cui si trovano i giocatori d’azzardo quando non riescono a staccarsi dalle slot machine. Alexis Madrigal ha applicato parte dei concetti sviluppati da Schüll agli utenti di Facebook, al quale si dedica molto tempo spesso senza alcuno scopo. The Machine Zone è quello stato in cui ci troviamo quando sfogliamo interi album fotografici di persone la cui vita ci interessa discretamente, quel luogo in cui finiamo quando aggiorniamo ripetutamente il feed di twitter senza una particolare ragione, nella speranza che qualcosa di interessante appaia:
What is the machine zone? It’s a rhythm. It’s a response to a fine-tuned feedback loop. It’s a powerful space-time distortion. You hit a button. Something happens. You hit it again. Something similar, but not exactly the same happens. Maybe you win, maybe you don’t. Repeat. Repeat. Repeat. Repeat. Repeat. It’s the pleasure of the repeat, the security of the loop. […] In Schüll’s book, Addiction by Design, a gambler named Lola tells her: “I’m almost hypnotized into being that machine. It’s like playing against yourself: You are the machine; the machine is you.”