Uno dei più desiderati e discussi cambiamenti che molti sperano iOS 6 introduca riguarda il modo in cui i file vengono gestiti e organizzati: non a livello di sistema ma a livello delle applicazioni. Attualmente ogni applicazione ha associati i propri file, legati ad essa, mentre il file system è invisibile all’utente. Questa è anche una delle principali differenze fra iOS e Macintosh, il secondo basato sul classico paradigma del Finder.

Probabilmente le cose non cambieranno con iOS 6. Ci sarà un modo più semplice di far comunicare le applicazioni fra loro, un sistema più immediato per spostare i file da un’app all’altra e modificarli, magari una semplificazione nel trasferimento di file dal Mac all’iPhone, ma non credo si tornerà indietro a un file system centrale.

Un’intervista rilasciata da Steve Jobs a All Things Digital su questo argomento sembra dare ragione a questa supposizione:

In qualsiasi studio sull’interfaccia utente che abbiamo fatto […], [abbiamo trovato] che è piuttosto semplice imparare ad utilizzare le cose fino a quando non ti scontri con il file system. Quindi viene da chiedere a te stesso, perché il file system è la faccia dell’OS? Non sarebbe meglio se ci fosse un modo migliore di trovare le cose?

Ora, le email: c’è sempre un modo migliore di trovare le cose. Non tieni le tue email nel file system, giusto? Un’applicazione le gestisce. E questo è stato, per esempio, il grande passo in avanti di iTunes. Non tieni la musica nel tuo file system, sarebbe da pazzi. La tieni in un’applicazione che conosce tutto sulla musica e sa come trovare le cose in un numero molto vario di modi. La stessa cosa con le foto: hai un’applicazione che sa tutto sulle foto. E questa applicazione gestisce i file internamente.

L’esempio delle mail è in effetti piuttosto illuminante: gestirle manualmente, all’interno di cartelle, sembra assurdo o, per usare le parole di Jobs, “da pazzi”. Ora, pensate a questo: avete mai sentito l’esigenza, sull’iPhone, di un file system per gestire la musica o le fotografie? Non credo, in quanto le applicazioni interne le organizzano già egregiamente, di per sé — e le altre, di terze parti, non hanno alcun problema, nel caso se ne verifichi l’esigenza, di reperire e importare dati da queste due.

L’uso che facciamo del file system è andato diminuendo col tempo e forse attribuiamo troppa importanza a un modo di gestire i file antiquato e scomodo. Quando Steve Jobs diceva le cose sopra riportate stava parlando non dell’iPhone ma di Spotlight, feature introdotta con Mac OS X Tiger che rappresentava “un modo migliore di trovare i propri file”. È probabilmente con l’arrivo di Mac OS X Tiger che ho smesso di perdere tempo nell’organizzare file, nel creare cartelle e sottocartelle nella speranza di trovare facilmente il materiale quando se ne fosse verificata la necessità.

Quella che un tempo era il punto di partenza di ogni mia attività al computer, la cartella documenti del Mac, oggi prende polvere inutilizzata. È andata a finire così: non uso quasi più il finder, se devo aprire un file ricorro a una ricerca con spotlight. È più rapido.

Forse, quello di cui tutti sentono bisogno non è tanto di un file system, ma di un’applicazione che gestisca anche gli altri file, quelli testuali per esempio, tanto bene quanto iTunes fa con la propria musica. “E eventualmente”, concludeva Jobs in quell’intervista, “il file system sarà solamente un’applicazione per i professionisti, che i consumatori non avranno bisogno di usare”.