L’articolo trasformato in un insieme di slide

Aumentare il numero di pagine viste, e quindi aumentare le visualizzazioni di ogni singolo banner, è probabilmente l’obiettivo principale in rete di molte riviste e quotidiani, sia di quelli buoni che di quelli che se ne fregano della qualità, del giornalismo e dei lettori. I primi lo fanno con senso, entro certi limiti, i secondi in ogni modo.

Lo raggiungono, questo scopo, con il minimo sforzo ed estrema facilità, attraverso le gallerie di immagini: se un articolo, per quanto lungo, occupa al massimo una pagina, una galleria fotografia – ben più rapida da realizzare – può arrivare ad occuparne 20.

Le gallerie fotografiche rendono molto di più di un articolo, e piacciono anche ai lettori: ecco spiegato il proliferarne in rete. Alcune sono belle, altre sono superflue (una sola foto sarebbe sufficiente), forzate e ridicole. Ma come rendere redditizi anche gli articoli? Come soluzione, seppur meno efficace, gli articoli sono stati divisi su più pagine. Non dà nemmeno tanto fastidio al lettore, perché distribuisce l’informazione senza stravolgerla: ci guadagnano tutti. Ma i giornali, non a sufficienza: anche così facendo, si riesce ad ottenere quattro pagine da una iniziale, non venti; la galleria rimane più conveniente.

Nell’ultimo periodo, la cosa è andata peggiorando: la tendenza alla ‘gallerizzazione’ di qualsiasi cosa si è accentuata, fino al punto che persino gli articoli vengono presentati come fotografie. Un paragrafo corrisponde ad una slide, e leggere un articolo è come sfogliare una raccolta fotografica (un esempio qua). Un articolo anche modesto viene spezzato in più pagine e leggerlo diventa un supplizio.

Ecco, c’è nulla da dire o aggiungere, ma solo da constatare questa brutta tendenza. E che la smettano, anche.