Il problema fondamentale con le reti “stupide” come Internet è da sempre quello che simili reti, per funzionare ed avere successo, devono restare stupide. Devono essere trasparenti ai contenuti ed ai soggetti che li veicolano, devono, semplicemente, non poter far differenza fra grandi e piccoli, fra ricchi e poveri e perfino – e questo può sembrare un problema – fra buoni e cattivi. Internet funziona perché è un network stupido, perché si concentra sulle abilità in ingresso e si disinteressa del valore dei contenuti che transiteranno attraverso le sue linee.
Moltissime delle cose intelligenti che abbiamo imparato a fare negli ultimi anni sono state rese possibili dal fatto che l’architettura che ce le porta a casa è sommamente stupida. […]Mark Zuckerberg dovrebbe sapere meglio di chiunque altro qual è il valore di un network stupido, che è poi quello stesso valore che ha fatto sì che il mondo intero riconoscesse il suo talento di studente. E se il punto del suo progetto è davvero quello di offrire ai giovani dell’Africa o dell’India le stesse possibilità che ha avuto lui, studi qualcosa di meno ambiguo e attaccabile di una serie di accordi di zero rating con questo o quell’operatore telefonico per la sua azienda e per quelle della sua lista di benefattori dell’umanità.