Sono passati nove anni dal primo iPhone e alcune situazioni e conseguenze della “rivoluzione mobile” sono oramai state assodate — Apple e Google dominano le due maggiori piattaforme, Facebook è completamente passato a mobile ed è chiaro che il futuro risiede su internet e mobile.

Benedict Evans propone 16 tesi da cui partire, per capire cosa succederà nel futuro prossimo:

  1. L’ecosistema tecnologico esistente ruota attorno ai dispositivi mobili. Basta vedere il numero di utenti, che è 10 volte superiore a quello dei personal computer.
  2. Mobile = Internet. Dovremmo smettere di parlare di internet mobile e internet su desktop, esattamente come non parliamo più di televisione a colori e televisione in bianco e nero. La versione mobile non è, oramai, più limitante ma offre uguali — se non maggiori — vantaggi.
  3. I dispositivi mobili non hanno nulla a che fare con le dimensioni dello schermo e i PC non sono strettamente legati alle tastiere — mobile significa ecosistema mobile e questo ecosistema assorbirà il PC. I dispositivi mobili finiranno con l’assumere sempre più dei compiti che oggi affidiamo ai computer tradizionali.
  4. Avremo per sempre bisogno di un mouse e di una tastiera, di Excel e Powerpoint, per essere produttivi? Probabilmente no. Il software si adatterà. Questi sono solamente strumenti, e ne inventeremo di nuovi.
  5. Microsoft è capitolata. In passato tutto ruotava attorno a Office e Windows.
  6. Apple e Google hanno entrambe vinto, ma è complicato.
  7. Il problema di come filtrare l’informazione è sempre più centrale. In passato tutto ruotava attorno alla ricerca e al browsing — oggi piattaforme come Facebook e soluzioni basate su AI stanno tentando di inserirsi per risolvere il problema.
  8. C’è una discussione in corso se il futuro stia nelle applicazioni o nel web. L’unica domanda da porsi è: le persone vogliono la tua icona sul loro smartphone?
  9. La fine di Netscape, e del PageRank. Per 15 anni il web è rimasto abbastanza ben definito, dal browser, dalla tastiera e dal mouse. Internet e web per la maggior parte delle persone sono stati dei sinonimi. Oggi c’è più confusione. C’è bisogno di un nuovo modo per cercare e scoprire l’informazione — per raggiungere gli utenti.
  10. I messaggi come piattaforma. WeChat ha costruito un’intera piattaforma attorno a un’applicazione per inviare messaggi, e Facebook sta facendo lo stesso con Messenger: entrambe offrono un modello alternativo all’App Store e al web, senza il problema dell’installazione. Una conseguenza importante è l’unbundling, lo spacchettamento: dei contenuti dalle applicazioni e dai siti dentro messaggi e notifiche.
  11. Il futuro incerto degli OEM di Android — di quei produttori di smartphone che fanno affidamento su Google e Android. L’OS è sempre più la via d’accesso a contenuti e servizi: chi lo controlla, controlla anche quest’ultimi.
  12. Così come i nostri nonni sarebbero stati in grado di elencarci tutti i dispositivi che possedevano dotati di un motore e noi non lo facciamo più (perché ne abbiamo troppi), oggi sappiamo quali dispositivi possediamo che si connettono alla rete ma, in un futuro, non lo sapremo più. Alcune di queste applicazioni ci sembreranno assurde — così come sarebbe potuto apparire assurdo abbassare un finestrino con un pulsante — ma verranno implementate, perché non costerà nulla e sarà comodo.
  13. Macchine che si guidano da sole. Arriveranno e cambieranno tutto: il nostro rapporto con la macchina — come la utilizziamo e chi la possiede — e le città, le strade stesse.
  14. La televisione e il salotto: sono anni che si parla di TV connessa a internet, e pare che finalmente stia per succedere.
  15. Gli smartwatch sono ancora a uno stadio embrionale, un accessorio dello smartphone.
  16. E come al solito, il futuro è diversamente distribuito: alcune persone ignorano certe tecnologie, tecnologie vecchi tornano di moda (vinili), e ogni tecnologia appare diversa a seconda del luogo da cui la si osserva. Il futuro è diversamente distribuito, ma lo è anche il nostro interesse nel futuro.