Luca Sofri:

Mi chiedo spesso come fu quando arrivò il telecomando della tv: mi ricordo il primo che vidi, lo si incastrava in una specie di alloggiamento del televisore dei miei nonni, quando non era usato. Era grosso e pesante, più largo che lungo, con sedici tasti colorati per sedici canali. Ma non mi ricordo bene la percezione del cambiamento, probabilmente si accompagnò alla crescita del numero dei canali visibili. Prima c’erano pochi canali da cambiare, non si faceva zapping, e ci si alzava poco per andare a premere il tasto sul televisore (un CGE, a casa mia). Poi non ci si alzò più, e non ci siamo ancora alzati. […]

Watch è il telecomando, non il televisore. Dopo poche ore che lo usi e non hai mai dovuto estrarre iPhone della tasca – né in alcuni casi premere o toccare niente – per leggere i messaggi arrivati, vedere che prossimi impegni hai, rispondere al telefono e telefonare, cambiare canzoni in cuffia, comunicare su Skype, e altre cose ancora, capisci che quello che è arrivato è il telecomando del televisore, come quella volta là.

Trovo il paragone molto calzante, seppur considererei l’Apple Watch il telecomando non dell’iPhone ma del mondo circostante. Come ha notoriamente detto Marc Andreessen, software is eating the world, e affinché ciò avvenga è necessario un modello d’interazione immediato con il software (sì, più immediato di uno smartphone, per quanto già comodo).

L’Apple Watch, un wearable, abilita questa possibilità. Quello che per me Watch è — sarà, una volta che il suo potenziale sarà ben chiaro — è un telecomando per il famoso internet delle cose di cui si parla da anni. Perché un mondo connesso alla rete funzioni — mi riferisco a lampadine WiFi, e cose più utili — ci serve un dispositivo che ne permetta un’interazione immediata. Credo HomeKit e Apple Pay rivelino che Apple stessa abbia intenzione di puntare verso quella direzione.

(Sono in fermento per la prossima settimana, quando potrò salire e scendere dai bus, e entrare in metropolitana, con l’oggetto. Quello per me è già un esempio di ciò di cui parlo sopra.)