Prendendo l’NFC come esempio, Max Uggeri difende l’iPhone 5S e le scelte di Apple basate sull’idea che “la tecnologia sia nulla senza usabilità”. C’è differenza fra il progettare un telefono pensando a come questo verrà utilizzato — e selezionare tecnologia e funzioni di conseguenza — e il riempirlo di feature che magari si rivelano scomode da usare, poco usabili e piuttosto inutili, ma fanno sembrare il produttore un gran figo:
L’NFC in sostanza – sottostando al limite tecnologico della prossimità – ha come vantaggio il fatto che invece di tirar fuori il portafoglio, tiro fuori il telefono. Non male, vero? E per rendere possibile questa meraviglia devo necessariamente ricordarmi un PIN, una password, procurarmi un telefono NFC ready, devo avere fatto un accordo con un operatore telefonico che mi fornisce una SIM abilitata e sperare che abbia un’accordo con la mia banca, altrimenti o cambio operatore o cambio banca. Sfatiamo poi la bufala che puoi girare senza portafoglio perché – come con le carte di credito – i documenti te li chiedono uguale, e i conti sono presto fatti.
Qualcosa stride, un po’ come il frigorifero intelligente che ti dice quando ti scade la roba e ti manda i messaggi, che è fighissimo ma non ci pensano che quando arrivi a casa con 6 borse della spesa (che si stanno pure per rompere perché fatte di quel maledetto di materiale tanto puzzolente quanto ecologico) l’ultima cosa che ti passa per la testa è di far leggere i codici a barre del latte al frigorifero. Insomma, stiamo parlando di concept inutili, direi quasi raffazzonati, che servono solo a far vedere quanto è bello il produttore di telefoni, l’operatore e la banca di turno che fanno “innovazione” mettendo insieme male cose trite e ritrite.