Un’applicazione di $5 non è costosa
È capitato che un conoscente prendesse in mano il mio iPhone e, fissando Tweetbot con sguardo inorridito, mi chiedesse perché avessi pagato per una cosa che potevo avere gratuitamente (Twitter.app). È capitato in varie variazioni, con altre applicazioni e persone. C’è gente che, come scrive Lex Friedman su Macworld, preferisce essere inondata di pop-up pubblicitari piuttosto che pagare i miseri due dollari che un’applicazione non gratuita solitamente richiede:
So yes, there are free RSS readers, free writing apps, and free games, and some of them are gems. But odds are that the paid apps are better, because free apps aren’t sustainable. […] You don’t buy a Kindle just to enjoy the dictionary and manual that come pre-installed on the device. You shouldn’t buy an iPhone to enjoy only free apps, either. You’re cheating yourself, all because we’ve become conditioned to feeling that $5 is a lot to spend on an app.
Questione affrontata già più volte, con un contributo recente di Dave Addey che aveva cercato di capire perché le applicazioni su iOS costino così poco (è un problema dovuto anche a come l’App Store è strutturato).