L’oblio dei vecchi tweet
Ci sono cose di Twitter che non mi sono mai piaciute particolarmente, in particolare come tutto sia volatile e si perda nel giro di pochi minuti, di come non abbia un sistema di navigazione che consenta di muoversi efficientemente fra tweet più datati o di come le reply vengano mischiate con gli attuali tweet nei profili degli utenti. Il tutto contribuisce a formare un archivio un po’ incasinato nel quale è meglio non metterci mano; e che solo recentemente Twitter ha iniziato a rendere disponibile.
Però questo essere perennemente immersi nel momento attuale è anche quello che rende Twitter ciò che è. Un po’ come i 140 caratteri: sono limitanti, ma caratterizzano il servizio. Twitter, scrive Matt Buchanan, è adesso: un mezzo per descrivere il presente, da prendere così com’è. Ha probabilmente ragione; i tweet sono poi inseriti in un contesto, la timeline, che se presi singolarmente a un anno di distanza spesso non hanno neppure più senso.
Twitter, come strumento, va usato sul momento; senza preoccuparsi troppo di quello che il tweet è stato/sarà:
For all of the ways in which Twitter has evolved since its creation, in 2006, when it was known as “twttr,” what has not changed is how profoundly Twitter relies on nowness. Nowness is not simply newness, or the new: the question Twitter used to ask of users when they went to compose a tweet, “What’s happening?” is a direct inquiry about the state of now. Twitter’s intense focus on immediacy has manifested in many small ways—for instance, users can only see their three thousand most recent tweets. But, most important, when a user logs into Twitter, what they see is a raw, unfiltered stream, with the newest content at the very top.