L’unica cosa che manca al nuovo iPhone — avevo scritto a poche ore dalla presentazione — è il supporto alla tecnologia NFC. Non sono stato l’unico a lamentarmi, ma concordo con Matt Drance che i tempi sono prematuri: Apple spesso ha spinto verso nuove tecnologie, adottandole in anticipo con i tempi, e probabilmente nel momento in cui deciderà di inserirla nell’iPhone l’NFC subirà un’espansione improvvisa. Tuttavia, per ora dobbiamo accontentarci di altri sistemi di pagamento.
Passbook, per esempio, che si è rivelato ancora più deludente del mancato supporto a NFC. Non tanto per l’applicazione in sé, ma per il fatto che è nato in sordina e, al momento, non serve a nulla. Il sistema è pronto, ma le applicazioni che lo supportano sono poche e molte persone si stanno chiedendo cosa debbano farci, con questa applicazione.
Passbook si basa sulla localizzazione e i codici QR: quando ci si trova in prossimità dell’evento o del negozio appare una notifica sulla schermata di sblocco dell’iPhone che rimanda al biglietto, alla tessera, al cupon, etc. — contenente il codice QR — con cui è possibile pagare. Starbucks ha annunciato che presto supporterà il sistema, ma Starbucks già offre un’applicazione con cui permette di pagare con il proprio iPhone — sempre affidandosi a codici QR. Funziona? Io la trovo scomoda: i codici QR sono tutto fuorché facili da usare, soprattutto se dietro te si trovano altre 10 persone in coda.
Cap Watkins sostiene, come altri, che Apple non abbia aggiunto il supporto a NFC semplicemente perché non c’è alcun bisogno di supportare NFC. La tecnologia per abilitare un nuovo sistema di pagamento già esiste, si chiama WiFi. Un esempio è Square: non c’è nemmeno bisogno di estrarre l’iPhone dalla tasca, è sufficiente dire il proprio nome al barista. Tutto ciò grazie al GPS e Internet; nessun uso dell’NFC.
Io però credo che l’NFC serva anche a altro e che, comunque, sarebbe molto più comodo dei codici QR. Estrarre l’iPhone dalla tasca sarà faticoso, ma lo è ancora di più centrare il codice QR — piuttosto che semplicemente poggiare il cellulare su un rilevatore NFC. Le tessere della metropolitana, che al momento si basano sull’RFID, potrebbero essere sostituite da un cellulare abilitato a NFC[1. Ci sono problemi sulla velocità del sistema. TFL (Transport for London) lo ha sperimentato e ritenuto troppo lento. Ma può essere migliorato, credo.]. Non puoi basare l’accesso alla metro sul WiFi e sul GPS perché l’afflusso di persone è spesso enorme, e quindi è necessario che ciascuno dei passeggeri timbri il biglietto nel modo più rapido e univoco possibile.
Potrei andare avanti con svariati esempi (uso una tessera RFID per accedere alla biblioteca, ai vari dipartimenti dell’università e persino nella residenza universitaria), ma non è necessario: il punto è chiaro. I pagamenti non sono l’unica cosa che verrebbe rivoluzionata dall’arrivo dell’NFC. C’è anche altro, da considerare.