Lo sguardo dell’artista
Abbiamo assorbito così tanto la logica dei social network che oramai pensiamo a come racconteremo quello che stiamo vivendo nel momento stesso in cui lo stiamo vivendo. Ogni istante è carico di potenzialità digitale e pensiamo a come raccontarlo e catturarlo, come ironizza la copertina del New Yorker in edicola.
Sull’argomento si è espresso Nathan Jurgenson sul The New Inquiry, sostenendo che la linea di separazione fra vita online e offline sia più che altro fittizia:
Risolvere questo dualismo significa anche risolvere la contraddizione: magari non riusciremo mai a disconnetterci completamente, ma in nessun modo questo implica una perdita dei rapporti faccia-a-faccia, la lenta, analogica, profonda introspezione, le lunghe camminate, o il sottile riconoscimento per la vita senza schermo. Apprezziamo tutto questo più che mai. Cerchiamo solamente di non pretendere di fare parte di qualche elitario gruppo speciale che ha accesso alla vera e pura esperienza offline, trasformando qualcosa di reale in un feticcio.
Il web ha un intreccio stretto con il “mondo reale”, la nostra vita su Internet non è separata dalla nostra vita fuori da Internet. Siamo sempre noi, che ci esprimiamo in modi, seppur diversi, sempre veri.