Giuseppe Granieri sulla pirateria:
Se guardi le cose dal punto di vista del digitale (e non da quello del XX secolo), la pirateria è un fattore di sistema. È parte della natura intrinseca dei beni digitali e non trova una collocazione nella logica con cui siamo abituati a far funzionare il mercato. Quindi, se devo scommettere la mia solita birra parlando del futuro, io credo che la soluzione non sia combatterla (cosa che assomiglierebbe a remare con un fiammifero) quanto capirla e cercare di immaginare un sistema — per l’intera industria culturale — che ridisegni valore e remunerazioni in modo coerente con il digitale.
Non va combattuta la pirateria (e magari va chiamata anche in un altro modo): vanno aggiornate alla modernità le regole e le categorie interpretative.
Nel tempo sempre più prodotti culturali e non diventeranno digitali e, di conseguenza, “piratabili”. È ovvio che bisogna riflettere sulla questione avendo in mente il mondo attuale, dove i byte sono economici da trasmettere e facili da copiare, non il mondo dei VHS dove una copia fisica sottratta genera un “vuoto” — sia fisico che di guadagno.
Il fatto è che dovremo viverci con la pirateria, come ha scritto Kim Davis sul proprio blog e più tardi Paul Tassi, su Forbes, rilevando che “non la ucciderai mai” (ma nemmeno lei ucciderà i film o i libri, ha aggiunto). Forse, la si combatte con la convenienza. Questa se non altro pare la strada intrapresa da Apple: semplicità e costi ridotti adatti ad un nuovo mondo, un mondo in cui un DVD da 10 euro non è più né pensabile né proponibile.
Di sicuro le variabili sono molte, la discussione lunga e complessa. È vero che la pirateria non ha fino ad ora danneggiato (drasticamente) i blockbuster, ma è solamente perché viviamo a cavallo di due sistemi, un mondo in cui Hollywood può ancora fare affidamento sulle vendite di DVD e le case editrici su quelle dei libri cartacei. Il “Gratis“oggi può essere utilizzato come forma di promozione perché molte persone ancora acquistano la versione tradizionale e fisica dei beni culturali, tenendo in piedi tutto. In un non troppo remoto futuro in cui tutto è digitale, le regole andranno ridefinite e modificate.
Non ho una soluzione, se non il medesimo (momentaneo?) espediente promosso da Apple, Nexflix e altri sistemi che di fatto hanno reso piacevole, rapida e semplice la fruizione di materiale altrimenti reperibile, con un po’ più di fatica (ma nemmeno molta) altrove. Sistemi che si sono avvantaggiati di Internet e delle sue logiche per dare agli utenti quello che volevano e che, in caso contrario, si sarebbero presi da soli.
Perché la pirateria, come ha detto Granieri, “è un fattore di sistema“. E sarà il mercato ad adattarsi al sistema, non viceversa.